Nell’affrontare la preparazione della rassegna di quest’anno, partendo dalla constatazione che la maggior parte delle situazioni di violenza trattate dal nostro Centro si verificano in ambito familiare, ci siamo chieste come la donna viva la famiglia, quali dinamiche vengano a crearsi e quanto queste pesino nei rapporti familiari, fino a produrre i danni gravi – e talvolta irreparabili – di cui siamo testimoni. Dentro la cellula familiare siamo mogli, madri, figlie, sorelle, nonne, nipoti in una trama di relazioni stretta e codificata.
I 6 film scelti quest’anno accendono un riflettore sulle oscurità dei rapporti familiari. Si tratta di situazioni molto diverse fra loro, con problematiche diverse, dove la “classica” violenza maschile rimane sullo sfondo o non appare per nulla, mentre prevale il modello maschilista del modo di pensare, dei modelli di comportamento che inducono la donna a negarsi uno spazio personale, a riconoscersi soltanto all’interno di un ruolo, a subire in silenzio, a rinunciare alla propria felicità.
Può essere un riflettore scomodo, che fa luce su contraddizioni date, nel vivere comune, per scontate, ma che, invece, vanno guardate con coraggio, analizzate e comprese per trovare risposte ai “piccoli e grandi disagi” che le donne si trovano a vivere dentro e fuori il contesto familiare.
Proviamo ad allungare lo sguardo, passando dal “primo piano” rappresentato dalla violenza maschile esercitata sulle donne, al “piano sequenza” che, con giusta distanza, ci fa cogliere l’intera scena: forse vedremo che tutti (uomini e donne) ci muoviamo secondo regole di comportamento che ci condizionano, ci limitano, ci tolgono spazi di pensiero e di esperienza e in questo intreccio di impercettibili “violenze” anche noi donne talvolta siamo parte attiva.
Solo un lento, testardo e tenace lavoro fatto dalle donne su di sé, approfondendo la coscienza e la conoscenza della propria specificità, potrà permettere alla società intera, e alla famiglia come primo nucleo di essa, di essere sempre più rispettosa della dignità della persona, solidale verso l’essere più debole e garante di una più autentica giustizia.

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